warburghiana Dopo anni che ci frequentavamo, coltivando chiacchiere, progetti e realizzando opere ed esposizioni, a un certo punto pensammo che Warburg potesse essere il nostro nume tutelare, perché assommava in sé la parte più urgente delle preoccupazioni e del modo di prendere le cose ... Dopo anni che ci frequentavamo, coltivando chiacchiere, progetti e realizzando opere ed esposizioni, a un certo punto pensammo che Warburg potesse essere il nostro nume tutelare, perché assommava in sé la parte più urgente delle preoccupazioni e del modo di prendere le cose che ci accomunava. “Di che cosa stiamo parlando?” ci chiedevamo e chiedevamo agli altri. Abbiamo scritto su riviste, realizzato esposizioni, organizzato dibattiti, inventato siti web, cercando di discutere, appunto, su “di che cosa stiamo parlando”, finché un giorno, dicevamo, nel bel mezzo di incontri e scambi di corrispondenza, cartacea e elettronica insieme, ci apparve Warburg in tutto il suo fulgore! Quella corrispondenza, insieme alla documentazione del nostro affaccendamento, l’abbiamo raccolta in un libro, edito in occasione del nostro primo tour. Ora la Warburghiana è diventata un format, ovvero il nostro modo di mettere insieme le cose che di volta in volta ci interessano o su cui ci viene chiesto di confrontarci, la nostra “forma” in cui, in particolare, critica e intervento artistico sono inestricabili proprio per tornare a mettere al centro dell’attenzione i contenuti, per continuare a chiederci e a chiedere: Ma è di arte che stiamo parlando?
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